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una di quelle robe che non andrebbero scritte su un blog che si chiama sposilove.

ieri ero qui in studio a far delle foto c’era anche il cliente.

questo cliente è uno di quelli che ci tengono, quando fotografo i suoi prodotti è sempre presente.
è una cosa che fa piacere.

ed è un cliente di quelli che ce ne vorrebbero di più di clienti così. nel senso che è una persona molto a modo, molto distinto, un industriale d’altri tempi. sia nel modo di presentarsi che di comportarsi, umanamente e professionalmente.

non è perfetto, eh, che per i primi due anni che ho fotografato per lui ogni volta mi arrivava qua col preventivo di qualche altro fotografo che si proponeva a prezzi più bassi, ci è voluta della pazienza per convincerlo che non è che siccome ci sono in giro i fotografi disperati devo disperarmi pure io. e c’è stata una volta che ero vestito con dei jeans e una camicia e un maglione e mentre fotografavo chiacchieravamo del più e del meno e non so come è saltato fuori un discorso che si parlava dei giovani e lui mi ha detto beh ma anche lei, così dal vestire, lei è uno, come si dice, un punk, no? e anche adesso che son quattro anni che fotografo per lui quando deve dirmi qualcosa due volte su tre non si ricorda come mi chiamo, mi chiama signor coso.

però, devo dirlo, è una bella persona e davvero ce ne fossero di più di clienti così.

e ieri pomeriggio era qui stavo fotografando dei suoi prodotti nuovi e ad un certo punto ero inginocchiato per terra stavo facendo un’inquadratura dal basso e così, chiacchierando come si fa tanto per dir qualcosa ho detto eh, che la morosa ha ragione anche lei ogni tanto quando mi rompe le scatole a dirmi che farei bene a vestirmi un po’ meglio, al lavoro, ma son sempre a strofinarmi di qua e di là, arrivo a sera che son tutto zozzo, mica posso vestirmi elegante.

che poi, forse, era anche una maniera mia per far passare il messaggio al cliente che c’è un motivo se non lo accolgo in giacca e cravatta, che lui invece arriva sempre con la cravatta, per dire che insomma non è che vado in giro in studio coi jeans e la felpa col cappuccio perchè sono punk, ma perchè col lavoro che faccio, mettermi elegante, non ci riesco.

e lui ha detto beh è fortunato che ha solo una morosa che le rompe un po’ le scatole. perchè se invece aveva una moglie, allora vedeva che gigantesche rotture di coglioni.

aaa


grazie.

la scorsa settimana è passata qua in studio una nostra collaboratrice abbiam fatto recentemente un lavoro per un cliente stavamo parlando è saltato fuori che questo cliente le ha scritto un’email per ringraziarla del lavoro svolto.

beh mi son commossa, fa sempre piacere quando qualcuno si rende conto delle robe che hai fatto per lui e perde due minuti per dirti grazie, non capita mica spesso.

immagino. a me non ha mandato nessuna email di ringraziamento. in effetti, le ho detto, a me non è mai capitato che un cliente mi scrivesse per ringraziarmi. tornano quasi tutti quasi sempre a far altri lavori, che si trovan bene a lavorare con me. ma mai uno che si sia sentito in dovere, oltre che di pagare, anche di scrivermi una lettera di ringraziamenti, di complimenti.

ma dai, sul serio?

sì. ma credo sia colpa mia, che sono un po’ un orso. al mio socio l’anno scorso invece gli è capitato. che lui secondo me piace di più alla gente. ha fatto un lavoro per una ditta, è venuto bene, a fine lavoro gli han mandato una lettera piena di complimenti e di ringraziamenti, gli hanno pure fatto un regalo.

ma dai.

sì. solo che poi quest’anno il lavoro l’han fatto con un altro fotografo che costava di meno.

grazie