a fare una stronzata siam bravi tutti. a chiedere scusa invece no.
e allora é successo che ieri sera sono andato a un concerto a trieste suonava paul gilbert. magari non tutti lo sanno, paul gilbert é uno dei chitarristi più bravi del globo terracqueo, un punto di riferimento.
a questo concerto alla fine mi son ritrovato ad andarci da solo, che chi era a francoforte chi doveva tenere i figli chi non aveva soldi da spendere, ieri sera son partito con la mia macchina ad ogni incrocio mentre andavo via pensavo ma quasi quasi giro a destra torno verso casa cosa ci vado a fare da solo come un cretino fino a trieste, che l’ultimo disco di paul gilbert non mi è neanche piaciuto più di tanto, con quel che costa la benzina, quasi quasi giro a destra vado da maxvideo mi prendo un film e poi dritto a casa sul divano. poi all’ultimo incrocio utile ho pensato e va bene vado a trieste anche da solo mica bisogna aver sempre intorno qualcuno per stare bene.
e ho tirato dritto.
poi sono arrivato a trieste era già un po’ tardi ho fatto un giro veloce intorno alla via ghega a cercare un parcheggio, trieste sarà anche una bella città col suo mare e i suoi bolliti col kren, ma parcheggiar la macchina a trieste intorno alla via ghega, trieste è brutta quasi come milano. era un po’ tardi mi sono infilato dentro il parcheggio a pagamento della stazione, che è poi uno di quei parcheggi a più piani ho lasciato la macchina al secondo piano ho cercato l’uscita per tornar fuori c’era la porta che dava sulle scale l’ho aperta c’erano due zingari per terra col sacco a pelo che dormivano ho aperto la porta si son svegliati di colpo han tirato un urlo si son spaventati mi son spaventato pure io. scusate, ho detto, e li ho scavalcati nei loro sacchi a pelo. poi scendevo le scale a metà rampa un’altra famiglia di zingari, dico zingari non lo so se eran zingari, avevan la faccia un po’ come da zingari ma magari non erano, zingari. anche loro con un materassino, delle coperte, dormivano lì. scusate, e son passato sopra anche a loro cercando di non calpestargli troppo il materasso, poi son sceso in fondo alle scale, un barbone anche lui col suo sacco a pelo, dico barbone, aveva la barba molto lunga, mi ha ha chiesto una sigaretta, non ce l’avevo. buona sera mi ha detto. buona sera anche a lei. e son venuto fuori dal parcheggio sono andato al teatro dove suonava paul gilbert, pagato il biglietto, il tempo di andare a pisciare e ha iniziato a suonare.
e niente ha suonato, io ero un po’ in fondo ad un certo punto stava suonando lì sul palco l’ho visto che si è chinato di scatto ha tirato via dalle mani qualcosa a uno del pubblico e l’ha tirato dietro le quinte con la faccia un po’ incazzata. io ero un bel po’ dietro, da lì mi era sembrato che avesse tirato via dalle mani da quello del pubblico un telefonino, per poi lanciarlo dietro le quinte.
che mi è venuto da pensare ma che cazzo fa? mica gli saran girate le balle perchè uno lo stava fotografando o riprendendo e gli ha lanciato via il telefonino? sarà la maniera? e mi sembrava strano, perchè di chitarristi bravi famosi e stronzi incagabili è piena la storia del rocchenroll, ma paul gilbert no. che non ci ho mai cenato insieme ma insomma a vederlo così da tutti gli anni che lo vedo ero proprio convinto fosse una bella persona.
ed è andato avanti a suonare un paio di pezzi e vedevo che faceva di tutto per non guardare in basso la prima fila. poi si è fermato ha parlato al microfono ha chiesto scusa. insomma ha detto guarda scusami che prima ti ho lanciato il telefonino dietro il palco, ho fatto una stronzata solo che son fatto un po’ all’antica mi piace suonare davanti a della gente e guardarla in faccia tu eri qua sotto che mi riprendevi da mezz’ora con sto cellulare piantato davanti non ne potevo più scusami, dopo te lo vado a prendere e te lo ridò, mi spiace.
poi alla fine il concerto è finito son venuto fuori dal teatro son tornato a prendere la macchina al parcheggio, per non disturbare nessuno anzichè salire dalle scale che eran piene di gente che dormiva sono venuto su dalla rampa dove salgono le macchine son ripartito.
solo, non avevo voglia di prendere l’autostrada, che da quando ho cambiato macchina ho riscoperto il piacere della guida, prendere le autostrade mi infastidisce, ero da solo era mezzanotte e mezza, non mi aspettava nessuno avevo un umore un po’ strano ho acceso il navigatore gli ho chiesto di portarmi a casa evitando le strade a pedaggio son partito.
e avevo appunto un umore un po’ così, guidavo, la radio a volume basso, pensavo ai miei pensieri, seguivo le indicazioni del navigatore ad un certo punto ero preso da questi pensieri anche non tanto belli mi son trovato fermo a un semaforo e mi sono accorto che lo conoscevo, quel semaforo.
un semaforo che non ci capitavo da degli anni, e degli anni fa a quel semaforo di latisana ci ho passato uno dei periodi più brutti della mia vita.
e niente, di trovarmi fermo a quel semaforo ieri notte verso le due del mattino, che non me l’aspettavo, mi si è schiantato il cuore.