gli sfizi bisogna levarseli tutti, son fatti apposta.
quando scrivo di fotografia a me sembra di ammorbare le persone con le mie tiritere, poi guardo le statistiche, che io qui dentro posso vedere quante visite ci sono ogni giorno, c’è pieno di gente.
e allora, cosa volete che vi dica, parliamo di fotografia.
è successo che mi sono emozionato. non in quella maniera becera che vedo spesso in giro. sembra che per fare delle fotografie si debba per forza contornarsi di un’aura da nerd romantici. così poi magari si tira su più figa. forse. non lo so, se lo fanno per tirare su più figa. io tutte le robe che ho fatto nella vita, la componente del tirar su figa è sempre stata molto forte. tipo suonare la chitarra, fare il giornalista, fare il fotografo, andare in giro con la moto, son tutte cose che ho sempre fatto soprattutto perchè mi piace farle, e poi anche perchè a farle si tira su più figa che a non farle.
però ho sempre cercato di mantenere un po’ di contegno. nel senso, nessuno mi ha mai sentito dire cose come vado in giro in moto perchè il brivido della follia che mi pervade inseguendo il sole che tramonta mi fa sentire vivo, o che fotografo perchè in quell’istante tocco l’anima di chi sto fotografando perdendomi con lei in un universo turbinante fatto di emozione, luce e gaiezza.
e mica per fare il vero maschio, che chi mi conosce bene sa che sotto questo fisico martoriato dalla vita batte un cuore insicuro e tremolante. semplicemente perchè non mi sono mai sentito in dovere di decorare le cose che faccio per farle sembrare più profonde di quel che sono. vale a dire già belle così senza bisogno di aggiungere fronzoli fatti di aggettivi messi a caso e buoni sentimenti.
e quindi, questa volta che voglio raccontare del fatto che mi sono emozionato, mi tocca fare tutto questo preambolo per non rischiare di fare la figura di quello che vuole far sembrare che tocca le anime e poi si perde negli universi turbinanti pieni di emozione.
ho iniziato a fotografare quando c’era la pellicola, avevo vent’anni, ne son passati quattordici, ho comprato una macchina fotografica russa poi mi sono appassionato alla fine avevo un corredo di cinque corpi macchina, obiettivi, accessori, due borsoni pieni di roba, andavo a fotografare matrimoni.
poi ho preso a lavorare negli studi fotografici pubblicitari importanti, negli studi usi le attrezzature dello studio, le mie macchine fotografiche son rimaste ferme nell’armadio per degli anni. anche perchè quando fotografi otto ore al giorno cinque giorni su sette per lavoro, il finesettimana la voglia di andare a fare foto per gli affari tuoi non ti sfiora. men che meno durante le vacanze. poi è arrivato il digitale, ho venduto tutte le mie vecchie macchine fotografiche a pellicola quando ancora valevano qualcosa.
quest’anno ho smesso di lavorare per gli studi fotografici degli altri, ho aperto il mio studio, ormai lo sanno anche i sassi, ho tutte le mie attrezzature digitali professionali, tra una cosa e l’altra mi ha preso un po’ di nostalgia per la pellicola, ho messo insieme un po’ di gente stiamo allestendo una camera oscura dentro il mio studio per fare sviluppo e stampa in bianco e nero, non pensiate che racconto questa cosa per fare pubblicità, si tratta di un’associazione di persone senza scopi di lucro. e cosa è successo, che se volevo rimettermi a fare qualche foto in pellicola bianco e nero mi serviva una macchina fotografica analogica, le mie le avevo vendute tutte anni fa. sono andato su ebay, ho fatto acquisti, è arrivata ieri. è una macchina fotografica che quando avevo vent’anni me la sognavo di notte, costava troppo. a quei tempi ne avevo due del modello appena inferiore, che costavano usate un milione, più o meno. questa costava ancora di più, mi sarebbe piaciuto averla, ma non ne valeva la pena, le mie andavano benissimo, era uno sfizio che non potevo levarmi.
beh, l’ho comprata. quaranta euro più spedizione.
è arrivata ieri, mi sono emozionato.