desirè
io, da quando avevo quindicianni, ho sempre fatto questo effetto qui sulle persone, che le persone, dopo un po’ che mi conoscono, gli viene una voglia incontenibile di confidarsi.
ma in un modo, una maniera, mi sento un po’ come un orsacchiotto di pezza in balia degli eventi, certe volte.
stasera è venuto il mio amico michele, a trovarmi, ora che ci faccio caso era da un po’ che nessuno veniva a raccontarmi i fatti suoi direttamente a domicilio, son comodità. un lusso raro. tiro fuori due birre dal frigo e ascolto michele.
io, se c’è una cosa che sono bravissimo a farla, è ascoltare i casini della gente.
mi ricordo ai tempi del liceo. una fame di figa incalcolabile, ci provavo con le ragazze, quelle dopo una settimana che ci provavo iniziavano a raccontarmi tutti i loro problemi. e poi, dopo avermi raccontato tutta la storia della loro vita, secondo te me la davano? manco scannate.
tu, tushio, mi dicevano, sei proprio un amico. e io mi ricordo che pensavo, tutte le volte, amico un bel paio di coglioni, dammela invece di dir cagate. invece stavo zitto e ascoltavo i problemi della svalvolata di turno. mi ricordo una, si chiamava desirè. che le avrei dato volentieri una stropicciata, alla desirè, per quanto mi piaceva, una figa di tuono. lei mi prendeva in disparte e mi raccontava guarda io col sesso, ho proprio un brutto rapporto. pensa che col mio moroso mi faccio legare ad una sedia, nuda, poi lui mi lecca tutta, però a me non mi vien mica voglia di scopare, è strano, no?
io pensavo grandissima maiala che sei, ti fai legare e me lo vieni pure a raccontare, spetta due minuti che ti sistemo io. ma mica gliele dicevo, le cose che pensavo. stavo lì, ascoltavo ascoltavo ascoltavo tutte ste fesserie. poi magari ci provavo anche, dirle senti ma perchè non esci con me una sera di queste, fai la cosa giusta, ti porto a fare dei giri io. ma lei faceva finta di non capire, e continuava a raccontarmi certi dettagli dei suoi rapporti di coppia.
che vitaccia.
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