sfoghino.
è un periodo, io non lo so, la gran parte della gente che frequento, tutti scandalosamente poser. in particolar modo gli esemplari di sesso femmineo.
c’è in giro di quelle persone, io posso capire che non ti piaci per come sei e metti su una maschera, ti crei un personaggio. per carità, lo faccio anch’io. al punto tale che credo di non ricordare più come ero, come sono realmente, tanto sono immerso nel rappresentare quel che vorrei essere.
solo, c’è un limite a tutto. Il concetto è: sii ciò che vorresti essere, ma abbi la decenza di sceglierti un personaggio del quale poi sei anche capace di reggere il ruolo fino in fondo.
francamente ne ho pieni i maroni di quelle che arrivano e si presentano, faccio un esempio, metallare, magari vestite dark emo gotik estremo, e quando arriva il momento di roccheggiare sul serio si scandalizzano alla prima zaffata d’ascella del grey. quelle che sbandierano i quattro dischi masterizzati che hanno in casa manco fossero solo loro ad accostarsi ad una cultura musicale alternativa e poi le becchi al concerto di vasco e ligabue. quelle che arrivano che sembrano uscite fuori dalle suicidegirls, fanno le rizzacazzi provocanti fatalone e quando a un bel momento tiri giù le braghe cadono dal pero e si tirano indietro. o peggio, che se le porti a letto si tramutano magicamente in manici di scopa inerti. quelle che ti danno a credere che fan festa tutte le sere, che pare che ogni volta che escono di casa mettono a ferro e fuoco la città e quando te le porti dietro ti accorgi che bevuto l’ultimo sorso della quarta birra piccola cominciano a ordinare cocacola light. che se le porti in un posto dove non conoscono nessuno restano zitte tutta sera, che lontane dal loro consueto giro di amici collaudati annaspano. quelle che si innamorano di te perché sei chitarrista e scrivi e fotografi, e poi ti senti dire mi trascuri perché sei sempre a prove, e a venire ai concerti mi rompo le palle, e le robe che scrivi potrai aver pubblicato tutti i racconti che vuoi, ma se non usi i congiuntivi non hai capito nulla della lingua italiana, e se parti in trasferta per fotografare e stai via due settimane poi si cagano sotto perché magari ti ciuli le modelle.
mi ricordo che quando ero giovane io, quelli che promettevano di far casino, poi facevano casino sul serio. è da loro che ho imparato. le nuove leve con cui mi devo confrontare oggi mi lasciano sempre più basito. una delusione continua e sistematica.
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