ne vale la pena.
settimana scorsa ero a prove con quelli del gruppo in cui suono e si parlava di cene di pesce, prima di cominciare a suonare, mirko raccontava di questo ristorante dove va ogni tanto a eraclea, diceva che ci si mangia bene ti portano un mucchio di antipasti si spende un sacco di soldi ma ne val la pena. e infatti mi son segnato subito il nome e già sabato ero lì che dicevo alla signorina cosa ne pensi se questa sera che piove non c’è niente da fare tu e io prendiamo e andiamo in un posto a mangiare a eraclea che si mangia il pesce come dio comanda non ci son mai stato ma me lo ha consigliato mirko e mi fido?
a eraclea? perfetto, così visto che siam di strada possiam passare un attimo in un centro commerciale lì a noventa c’è un negozio non mi ricordo già più come si chiama distrazione tessile una cosa così andiamo a veder se trovo delle scarpe.
e visto che ormai nella testa avevo già gli antipasti di pesce che giravano ho detto di sì che ci andavo volentieri, in questo centro commerciale al sabato pomeriggio a cercare delle scarpe prima di andare a mangiare pesce.
poi mentre eravamo in macchina mi son reso conto che effettivamente ci stavamo dirigendo verso un centro commerciale al sabato pomeriggio. che è una cosa che io normalmente nella mia vita non la farei mai. stavo per scrivere una di quelle iperboli per sottolineare che io non ci andrei mai e poi mai in un centro commerciale il sabato pomeriggio a cercare delle scarpe, nemmeno sotto tortura nemmeno se torturassero dei miei parenti, ma poi ho pensato che non ce n’era il bisogno e infatti vi basti sapere che io, in un centro commerciale al sabato pomeriggio, mai.
e sempre mentre ero in macchina ho pensato che in fondo non me ne fregava poi più di tanto di ritrovarmi da lì a poco in un centro commerciale al sabato pomeriggio. intanto perchè era già tardino non c’era il rischio di passarci il pomeriggio intero, e poi perchè c’è un fatto da non sottovalutare, che io con la signorina quando faccio delle cose, ci ho proprio fatto caso, mi diverto sempre moltissimo.
siamo arrivati, siamo entrati. e questo negozio molto grande che io adesso non son più sicuro di come si chiama, manifestazione tessile una cosa così, ho dovuto prender atto immediatamente del fatto che è un negozio che vende cose solo per le donne, per i maschi non c’è niente. poi, ho visto anche appena sono entrato, c’erano molte donne alla ricerca del capo d’abbigliamento, dell’accessorio, della borsa, della scarpa perfetta. poi ancora, ho visto che c’erano parecchi uomini accompagnanti le donne di cui sopra.
io lo so che sto trattando un tema trito e ritrito, quello dei maschi al centro commerciale con le morose. ma non essendoci mai stato io prima, era la prima volta che li vedevo. è un po’ come aver visto un sacco di documentari sugli animali preistorici, poi non è mica la stessa cosa quando ti ritrovi un bel giorno di fronte a un triceratopo vivo.
e insomma, poveretti, questi uomini, si annoiavano. c’erano quelli che gironzolavano da soli ciondolanti in attesa della fine, quelli seduti su delle seggiole credo posizionate appositamente negli angoli che fingevano di interessarsi alle scelte della loro signora, quelli fermi in piedi con lo sguardo perso nel vuoto come dei palloncini legati a una staccionata, quelli seduti su un divanetto appartato in zona macchinetta del caffè con quotidiano o ipad.
una cosa straziante, a guardarli. io, sarà che ero alla prima esperienza, stavo bene. secondo me, ho pensato, magari eran partiti come me anche quegli altri la prima volta che son capitati in un centro commerciale al sabato pomeriggio, stavano bene. poi, col passare del tempo son diventati così, girovaganti, seduti, fiaccati dalla vita e dallo shopping.
siamo andati a veder le scarpe, con la signorina. l’ho aiutata a scegliere. che sull’abbigliamento mi sono accorto in questi mesi che ogni tanto abbiam gusti simili, ogni tanto invece siamo molto divergenti. abbiam questo modo colorito di affrontare la moda fatto di mmmh no dai con queste scarpe sembri una battona e uuuuh prova queste prova queste prova queste guarda che belle ce le aveva uguali una in un film porno che ho visto tempo fa. e insomma, si stava proprio bene abbiam riso molto. poi finito con le scarpe ha detto bene prendo queste e l’ho portata nel reparto cappotti che ne avevo visto uno verde secondo me le stava bene.
gira di qua, gira di là, intanto non potevo smettere di guardare questi altri uomini che aspettavano la fine un po’ mi facevan ridere, un po’ pensavo chissà se mi capiterà di diventare uno di loro. e ad un certo punto è partita la voce dell’interfono diceva signore e signori vi informiamo che il negozio, che adesso non mi ricordo più come si chiama, infiltrazione tessile una cosa così, chiuderà tra quindici minuti.
e allora mi son subito guardato intorno e li ho visti. gli uomini. ho sentito il loro comune sospiro di sollievo. c’era chi si alzava dalla seggiola nell’angolo, chi tirava fuori dei gran sorrisi, chi andava verso la signora dicendo eh sì stanno proprio per chiudere amoremio, c’era uno di quelli che gironzolavano che ha smesso di gironzolare e si è messo a ballonzolare felice.
è stata una cosa bellissima. come nei cartoni animati quando arriva la primavera nel bosco incantato e fanno vedere i germogli che germogliano, i fiori che fioriscono, le piante che verdeggiano, era tutto un rifiorire di maschi sparsi qua e la per il negozio.
la cosa interessante era anche che era chiaro che le signore e signorine, nel corso di tutto questo tempo, non avevan fatto caso a nulla, non si erano mica accorte che i loro maschi eran stati tutto il tempo in uno stato di torpore quiescente e che poi si eran risvegliati in quella maniera che a vederli erano anche belli.
voglio dire, la cosa che mi ha lasciato un po’ così era proprio quella, che ci siano questi automatismi di coppia per cui le persone vanno a fare delle cose insieme anche se non ne hanno nessuna voglia. e mentre uno dei due è lì che pensa al suicidio, l’altra si fa completamente i cazzi suoi senza badare al fatto che l’altro sta pensando di suicidarsi. questo, dico, nel caso specifico di questo negozio che non mi ricordo come si chiama, istigazione tessile, una cosa così. poi immagino che succeda la stessa cosa ma tutta al contrario quando gli uomini portano le loro signore alla partita del pallone o altre brutture simili.
e poi, niente, siamo andati a cena in questo posto a eraclea ci siamo sfondati di pesce, è un posto che ve lo consiglio anche a voi, si spendono un sacco di soldi ma ne vale la pena.