cito testualmente pt. X

e poi un bel giorno ero piombato all’inferno. mi sono commiserato al punto da commiserarmi.
le proprie disgrazie dovrebbero essere disgrazie e non parte del materiale universale. a questo punto, su scala mondiale me la cavo molto meglio della maggior parte della gente: danzatrici hawaiane costrette a dire aloha ai turisti, fricchettoni a bombay, arrotolatrici di sigari a cuba, ninos de rua in nicaragua. che scusa ho io per essere depresso?
prima o poi arriva il momento in cui l’astuzia e la spiritosaggine vengono spazzate via. e si trema all’idea che si verrà rimpinzati di finali tristi fino a farceli uscire dalle orecchie.
quelli che la gente considera finali lieti non sono, naturalmente, finali. i finali sono per definizione tristi.
mi viene un fortissimo attacco di buonismo. quel che vorrei offrire sono finali lieti per tutti. un abbraccio universale mi è uscito dal cuore, per tutti. perché l’unica cosa che ci unisce, che ci arruola nello stesso esercito è il nostro essere mortali: il nostro comune nemico.

la gang del pensiero, tibor fischer, ed. garzanti 1994.

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