misunderstanding.
ho scritto alla commercialista settimana scorsa le ho detto oh, guarda che qui non ce la faccio.
Eh, mi ha risposto lei, lo so che la situazione non è facile. non è una
consolazione ma ricevo mail come la tua praticamente ogni giorno, la crisi ancora non passa.
no no, spetta non ci siam capiti, quale crisi, che qui è da quando son tornato dalle vacanze che non smetto un attimo di lavorare, continua a suonarmi il telefono non ho un minuto libero sto impazzendo. il problema non è mica la crisi. il problema son le tasse, che non ne vengo fuori.
poi dice che gli imprenditori si suicidano. per forza.
sto attraversando un periodo un po’ così, questa crisetta dei quarant’anni che ce l’ho addosso da quando ne avevo sedici, non mi molla più vado a periodi, ho questi vizi stupidi che un po’ mi dissanguano, un po’ mi tengono vivo. e cosa devo farci, mi tocca convivere con la testa che ho, come tutti.
insomma, per dire che ieri ero da un cliente dalle parti di montebelluna, mi son detto spetta che dopo quando torno a casa passo dal concessionario e magari faccio una scemata.
poi dal cliente ho fatto tardi, quando son tornato a casa son passato dal concessionario era già chiuso. ma da poco, secondo me. e se trovavo aperto io lo so che la scemata la facevo.
poi questa mattina son passato invece dal commercialista dovevo portare delle fatture lasciarle lì e tornarmene in studio a fare le mie cose e invece fermo lì, mi ha detto, che ti do due robette. le due robette erano l’iva del trimestre, la prima rata dell’inps e il conto del commercialista. a tirare una riga e fare il totale, con quei soldi lì che adesso devo spendere di iva di inps e di commercialista, ieri dal concessionario di scemate potevo permettermene due, mica una sola.