corso online di fotografia applicata pt. VI
arrivate la mattina in studio, tanto per cambiare piove, siete in bici perchè la macchina ve la riconsegnano forse stasera, il carrozziere.
la tuta cerata integrale qualcosa fa ma avete i piedi fradici, entrate in ufficio vi togliete tutte le robe bagnate restate addirittura scalzi sulle fredde piastrelle rosse, caricate la stufa a legna che non vedete l’ora di darvi una scaldata.
solo, come può succedere, ieri il socio deve aver imboscato l’accendino da qualche parte non si trova, magari gli è rimasto in tasca. e chissà quando arriva in studio stamattina, che è da un cliente.
e allora, cosa volete fare? rivestirvi rimetter su i calzetti bagnati rimontare in bici e andare fino dal tabaccaio a comprare un accendino?
bestemmiare e lasciarvi congelare in un angolo?
strofinare legnetti per tutta la mattina sperando nel miracolo?
rimettervi i calzetti bagnati, neanche morti. bestemmiare, boh, sì, ma tanto crepate di freddo lo stesso. sperare nel miracolo, dopo che avete bestemmiato, c’è poco da sperare.
e mentre riflettete sulla molteplici possibilità che vi si parano innanzi, accorgetevi che i vostri piedi, lì sotto, stanno cominciando a raffreddarsi considerevolmente.
ricordatevi a questo punto che siete dei fotografi professionisti e che, a differenza dei fotoamatori da quattro soldi, avete di sicuro in studio delle cose con cui potreste fabbricare, se solo lo voleste, delle bombe termonucleari. ad esempio un faro da duemila watt come questo
dei liquidi altissimamente infiammabili tipo questo
e abbondante materiale di scarto da usare come innesco. tipo questo
se avete anche un cervello che funziona, e oltre che fotografi professionisti avete anche un passato da piromani, in dieci minuti avrete risolto ogni problema.
e ora, dopo esservi pubblicamente vantati della vostra raffinata astuzia, mettetevi a lavorare che è tardi.